PROGETTO 50 SENZA C

EPATITE C – RICERCA DEL SOMMERSO NEGLI OVER 50 DELLA ASL NAPOLI 2 NORD

COMUNICATO STAMPA

SANITÀ: CONCLUSO PROGETTO ASL NAPOLI 2 NORD DI ERADICAZIONE OSPEDALIERO “CINQUANTA SENZA C” – RISCONTRATI 500 POSITIVI A HCV SU 7.500 SCREENATI

Napoli 19 luglio 2023 – Si è concluso “Cinquanta senza C”, progetto di eradicazione intraospedaliero promosso dalla ASL Napoli 2 Nord in partnership con il provider Letscom E3, con l’obiettivo di effettuare screening per la ricerca del virus dell’epatite C in tutti i pazienti con età superiore ai 50 anni ricoverati presso i Presidi Ospedalieri della ASL Napoli 2 Nord: Santa Maria delle Grazie (Pozzuoli), Gaetanina Scotto (Procida), Civile San Giuliano (Giugliano), San Giovanni di Dio (Frattamaggiore) e Anna Rizzoli (Ischia). Il progetto realizzato con il contributo non condizionante di AbbVie S.r.l. e di Gilead Science S.r.l, ha visto il coordinamento scientifico affidato alla dottoressa Maria D’Antò, responsabile del Centro prescrittore farmaci anti Hcv ASL Napoli 2 Nord e dell’Unità operativa semplice di Epatologia presso l’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli.

Come ha ricordato la dottoressa D’Antò: “Il progetto nasce per ricercare il virus dell’epatite C nella fascia di popolazione con più di 50 anni al momento non rientrante nel piano di screening nazionale previsto dal Decreto Milleproroghe del 2019 (che prevede test gratuiti per i nati tra il 1969 e il 1989 e nelle popolazioni speciali, ovvero carcerati, tossicodipendenti senza limiti di età). Tenuto conto della vastità territoriale e della densità abitativa della nostra azienda abbiamo pensato allora di ricercare il sommerso, screenando anche gli utenti che avessero più di 50 anni, ricoverati negli ospedali della nostra ASL. Tutto questo è stato possibile grazie al supporto diretto della Direzione Strategica che ha fortemente voluto la realizzazione del progetto, dimostrando grande lungimiranza e impegno verso la propria utenza”.

Al fine di ottimizzare i processi di screening e le risorse disponibili, è stato importante l’apporto fattivo del dottor Salvatore Maddaluno, della UOC laboratorio analisi dell’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, e della dottoressa Loredana Barbato, Responsabile Biologia Molecolare dello stesso laboratorio, che hanno predisposto un protocollo operativo inserendo la modalità “reflex” grazie alla quale, da un unico prelievo di sangue, è possibile valutare prima la presenza di anticorpi del virus C e successivamente, in caso di risultato positivo, senza richiamare il paziente a nuova visita, di verificare la quantificazione RNA.

Il percorso progettuale ha interessato in un primo step il Presidio Ospedaliero di Giugliano, con il coinvolgimento della UOC Patologia Clinica diretta dalla Dr.ssa Imma Piccirillo, successivamente è stato inserito anche il Presidio di Frattamaggiore con la UOC Patologia Clinica del dottor Luigi Reccia. Hanno completato il percorso i Presidi delle isole di Ischia e Procida.

Nel complesso sono stati screenati 7.500 pazienti di cui: 500 sono risultati positivi all’anticorpo150 sono risultati viremici e, di questi, 90 sono stati messi in trattamento. A dati vanno aggiunti 40 decessi per altre cause, 10 pazienti che hanno rifiutato la terapia e altri 10 che sono poi risultati irreperibili al momento del richiamo.

Secondo la responsabile scientifica “Questi risultati hanno permesso di screenare nell’ospedale la popolazione dei ricoverati con reflex test secondo il gold standard degli screening stessi: il 90% di questa popolazione costituito da pazienti a transaminasi normali, quindi pazienti con fegato sano, con un grado di fibrosi F0-F1 al Fibroscan, a dimostrazione che il virus è stato scoperto in pazienti completamente asintomatici ma con possibilità infettarne altri. Se consideriamo che non potrà mai esserci un vaccino per l’epatite C ha precisato ancora la coordinatrice del progetto – è importante far emergere il sommerso, come fatto in questo progetto, solo così riusciremo a raggiungere gli obiettivi dell’Organizzazione mondiale della sanità, cioè ridurre quanto più la circolazione del virus C e arrivare alla sua eradicazione”.

Per il Direttore Generale della ASL Napoli 2 Nord, Dott. Mario Iervolino, “Quanto ottenuto rappresenta un notevole risultato di squadra, frutto del lavoro sinergico svolto dalle Direzioni mediche di Presidio e dalla rete aziendale dei laboratori di patologia clinica, a conferma del valore assoluto dei nostri operatori e della Dirigenza. Tutto ciò consente all’ASL Napoli 2 Nord di essere avanti rispetto alle indicazioni generali e di rafforzare il concetto olistico di salute che è il fulcro intorno al quale stiamo costruendo i servizi dell’Azienda”.

Il progetto va incontro all’obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di eliminazione dell’epatite virale entro il 2030.

RAZIONALE

Il decreto legge del 30 dicembre 2019 introduce l’offerta di uno screening gratuito e l’istituzione di un fondo ad hoc per i pazienti PWID, detenuti e la popolazione generale dei nati tra il 1969 e il 1989. Ad integrazione di questo piano presso la ASL Napoli 2 Nord è stato attivato un programma di screening per l’eliminazione del virus C (HCV) in tutta la popolazione di età maggiore o uguale a 50 anni, ricoverata nei 5 ospedali della ASL (Pozzuoli, Giugliano, Frattamaggiore, Ischia, Procida). Tale programma è stato sancito nell’ambito del rapporto di partnership stipulato tra la ASL Napoli2 nord e LETSCOM E3 S.r.l. denominato 50 senza C.

La dottoressa Maria D’Antò, responsabile del centro prescrittore delle terapie DAA per la cura dell’epatite C di questa ASL, è stata individuata (art.5 del suddetto accordo) come referente scientifico con mansioni di coordinamento.

Obiettivo dello screening è favorire l’individuazione delle infezioni “sommerse”, ovvero quelle infezioni ancora non note in quanto asintomatiche o comunque non ancora riconosciute e che potrebbero essere invece prese in carico e trattate precocemente, consentendo di evitare la progressione dell’infezione prima del manifestarsi della malattia, con evidente vantaggio nella prognosi individuale del soggetto che si sottopone al test.

Diagnosticare in fase precoce l’infezione da epatite C permette di guadagnare tempo prezioso e adottare le strategie terapeutiche necessarie con la massima tempestività, ottimizzandone l’efficacia. Inoltre, un precoce trattamento di tutte le infezioni individuate può contribuire a ridurre la trasmissione nella popolazione del virus HCV, con l’obiettivo finale della sua eliminazione.

I destinatari dell’iniziativa sono tutti i pazienti con età superiore/uguale a 50 anni ricoverati presso le UO di degenza in ricovero ordinario in elezione e provenienti da PS.

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