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29 Ottobre 2020 11:00 - 13:15
Responsabile scientifico: Prof. Giovanni Di Perri
Razionale scientifico: L’infezione da epatite C rappresenta una forma morbosa molto insidiosa, sia per l’elusività del virus sia per facilità di contagio tra i soggetti a rischio, come i consumatori di sostanze stupefacenti.
I vari organismi internazionali che si occupano del problema (WHO, UNODC, EMCDDA, ECDC) suggeriscono l’adozione di strategie specifiche per limitarne la diffusione fino alla sua eradicazione; obiettivo ritenuto raggiungibile dall’OMS entro il 2030.
La recente disponibilità di nuovi trattamenti farmacologici a maggiore efficacia e meglio tollerati (Direct-Acting Antivirals – DAAs) rappresenta un punto di forza per la reale opportunità di un intervento risolutivo nei confronti dell’infezione da epatite C, mentre il maggiore punto di debolezza continua ad essere la bassa percentuale di soggetti a rischio sottoposti a test per la rivelazione del virus.
In questi ultimi mesi, la strategia italiana rivolta alla eliminazione dell’epatite C, si è scontrata con l’emergenza coronavirus che, in molte realtà, ha indotto a ripensare e trasformare il sistema di cura e presa in carico dei pazienti. In particolare, e analogamente alle altre forme morbose, la necessità di ridurre la circolazione delle persone, il mantenimento del distanziamento fisico e l’adozione di misure di prevenzione e protezione spesso non ha consentito di continuare ad assistere questa popolazione con l’efficacia e l’efficienza adoperata nel passato.
Questa situazione ha certamente portato a una forte limitazione nell’esecuzione di test e screening nei confronti della presenza del virus dell’epatite C. Tuttavia, questo virus non si è fermato nella sua trasmissione, continuando anche a peggiorare le patologie correlate nei pazienti già infetti.
In particolare, ne consegue che l’organizzazione locale dei SerD e dei Centri di Trattamento debba prevedere particolari forme organizzative per anticipare la ripresa delle attività di screening, grazie anche all’impiego di test rapidi salivari, in un contesto di reciproca collaborazione della rete locale al tempo del coronavirus, valutando nuovi modelli di intervento, finanche quello di associare al testing per epatite C, quello per SARS-CoV-2. Questa attività consentirebbe peraltro di ottimizzare le risorse necessarie rispetto allo svolgimento di due campagne di screening oggi indipendenti e potrebbe essere di interesse nell’identificare aspetti epidemiologici di sovrapposizione delle due patologie in soggetti tossicodipendenti.
Il corso si prefigge quindi l’obiettivo di rilevare e valutare quali modifiche organizzative si sono o possono essere intraprese per non perdere i risultati raggiunti in Italia nella lotta all’epatite C in questa particolare popolazione.
PROVIDER ECM
ID 5452
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FAD – WEBINAR SINCRONO
# Network Torino 4
29 ottobre 2020. Collegamento ore 10.30
Id. 5452_302152 – Crediti assegnati: 3,0 (2 ore formative)
Assistenza tecnica per gli utenti – invia e-mail
Programma lavori: Consulta Pdf
Comunicato stampa: Consulta Pdf
Rassegna stampa: Consulta Pdf
Curricula Faculty: Consulta Pdf
Giuseppe Cariti – Dirigente Medico, Clinica Universitaria Malattie Infettive, Ospedale Amedeo di Savoia, ASL TO2
Angela De Bernardis – Direttore Dipartimento di Patologia delle Dipendenze, SC SerD Ivrea, ASL TO4
Giovanni Di Perri – Professore Ordinario, Direttore Dipartimento Clinico di Malattie Infettive, Università di Torino
Nicoletta Pasetto – Dirigente Medico, SerD di Ciriè e Lanzo, ASL TO4
Roberto Rizzi – Dirigente Medico, SC Gastroenterologia Osp. Cuorgnè, ASL TO4